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Perché gli italiani sono maestri dello Slow Food?

di Dominika Latkowska 19 Feb 2023 0 commenti
Warum sind Italiener Meister des Slow Food?

 

L'italiano Carlo Petrini, giornalista radiofonico e critico culinario, protestò, dopo averlo appreso nel quartiere storico di Roma proprio accanto alla famosa Scalinata di Trinità dei Monti, contro la fondazione di McDonald's e lo espresse attraverso la creazione del movimento e della cultura Slow Food.

Non è senza significato che proprio sulla penisola appenninica la spietata McDonaldizzazione abbia suscitato reazioni forti. Da un lato, le autorità di Roma sono orgogliose del gigantesco aumento di turisti che arrivano nella Città Eterna, dall'altro, gli abitanti e i proprietari di ristoranti tradizionali vogliono che l'Italia mantenga la sua identità culinaria.

Slow Food in cifre

Oggi il movimento conta circa 100.000 membri in oltre 150 paesi. Nella città italiana di Bra lavorano circa 100 persone per promuovere la tendenza Slow Food, e circa 800 volontari in tutta Italia, che gestiscono istituzioni locali, ci ricordano che l'Italia è un paese indissolubilmente legato al cibo di alta qualità. Il movimento è diventato famoso per la sua campagna a tutela di quattro razze tradizionali di tacchini americani attraverso l'acquisto di 4.000 uova e l'allevamento dei pulcini schiusi.

Lento contro veloce

Uno degli obiettivi principali del movimento slow è l'educazione, il ritorno a piatti autentici, il ripristino di piatti sani e completi basati su prodotti di altissima qualità per la cucina casalinga. L'idea è in netto contrasto con i piatti fast food, che vengono preparati rapidamente, sono facilmente disponibili e si caratterizzano per un alto contenuto di grassi saturi, zucchero, sale e sono inoltre ricchi di calorie. Il consumo di tali piatti può portare a sovrappeso, malattie cardiovascolari o epatiche. Queste non sono le uniche differenze. Il dominio del fast food è anche il suo pessimo menù, che non varia indipendentemente dalla latitudine. L'obiettivo di Slow Food è proprio il ripristino della biodiversità. Il movimento alternativo sostiene pasti sani che devono deliziare il palato e essere salutari.

Arca del Gusto

Alla fiera italiana del cibo vicino a Torino, a Milano o Parma, potete vedere di persona come i rappresentanti delle piantagioni italiane, produttori o distillerie parlano con passione del cibo ai loro stand. Lodiamo le tagliatelle fatte in casa, la polenta, il Carnaroli con tartufo, le olive toscane, l'aceto balsamico di Modena o i limoni di Sorrento. Non c'è da meravigliarsi se proprio loro hanno avuto l'idea di proteggere sempre più i sapori dimenticati. L'idea prende il nome dall'Arca di Noè biblica. Questa volta la protezione non riguarda solo il mondo della fauna, ma anche quello della flora. L'obiettivo dell'Arca del Gusto è il ripristino della biodiversità. Si scopre che nell'Europa del XX secolo fino al 75% degli alimenti è semplicemente scomparso. La percentuale comprende sia piante che bestiame.

Qualcuno ha sentito parlare di una mucca rossa?

È difficile aspettarsi che ognuno di noi sia un esperto di razze suine, ma è una grande curiosità che il movimento Slow Food abbia protetto una mucca rossa che vive solo in Piccola Polonia. Il formaggio Oscypek, prodotto dai pastori, può anche utilizzare il logo del movimento Slow Food, cioè la lumaca rossa. Nel mondo sono già stati coperti centinaia di prodotti, tra cui: il famosissimo olio di argan marocchino Arganöl, polli cileni che depongono uova blu, Slatko-prugne dalla Bosnia ed Erzegovina, il maiale nero Gascogne - dalla Francia o il formaggio di latte di yak tibetano. Tutto sembra estremamente esotico, ma se l'olio di argan ha fatto una tale carriera, perché altri prodotti non dovrebbero avere almeno una minima possibilità? Anche se non conquistano i mercati esteri, rimangono un'attrazione locale.

Furono gli italiani a opporsi alla popolarizzazione del Fast and Unified Food. Lo chef italiano è un artista, nel Fast Food tutto è scritto, regolato, nessun senso del gusto richiesto, riferimenti alla cultura alimentare della regione. Un hamburger Fast Food ha lo stesso sapore a Lima, Varsavia o Roma. Lo Slow Food italiano si impegna a non dimenticare la propria identità culinaria, indissolubilmente legata alla storia della regione e alla sua cultura.

 

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